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Il mese scorso, precisamente il 26 novembre, l’Unesco ha dichiarato le capoeira, una forma d’arte marziale brasiliana incrocio tra danza e lotta, patrimonio culturale immateriale dell’umanità.capoeira1

La capoeira fu inventata dagli schiavi africani portati in Brasile, e si narra sia un’evoluzione della lotta angolana n’golo che marcava il passaggio di giovani ragazzi alla vita adulta.

Gli schiavi erano più numerosi e di forza fisica maggiore rispetto ai colonizzatori, motivo per cui temevano che se avessero concesso loro di allenarsi, si sarebbero potuti ribellare. Per questo, gli schiavi praticavano l’arte marziale in clandestinità.

L’Unesco ha riconosciuto nella capoeira una celebrazione che nasce dalla resistenza contro ogni forma di oppressione. La roda, il cerchio di persone all’interno del quale si disputa l’arte marziale, è uno spazio rituale che fornisce un senso di compagnia e di identità di una comunità in continua espansione in Brasile e altrove. L’idea è quella che la capoeira deve diventare un mezzo di resistenza e promuovere il dialogo tra diverse etnie, classi sociali e nazionalità.

“Siamo molto emozionati perché la capoeira, inventata dagli schiavi, è stata proibita in Brasile per molti anni e oggi viene riconosciuta in tutto il mondo”, queste le parole di Jurema Machado, presidente d’Istituto del patrimonio storico e artistico nazionale.

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