I Mushar sono parte della comunità dalit. Vivono per lo più nello Stato di Bihar, uno dei più grandi di tutta l’India e con il più alto tasso di povertà, analfabetismo e mortalità infantile. La discriminazione nei confronti dei dalit, i fuori casta dell’India storicamente costretti ai lavori più umili, colpisce anche i bambini, sempre più spesso costretti a lasciare i banchi di scuola.
Nonostante laa Costituzione che l’India indipendente si è data nel 1950 ha tra gli obiettivi “la creazione di una società senza caste né classi”, un obiettivo rafforzato dalle disposizioni della legislazione in vigore dal 1989 che vieta ogni violenza e ingiustizia contro le caste tribali; “i mangiatori di topi” , così vengono chiamati i Musahar, sono ancora fortemente discriminati. La loro comunitàè in bilico tra la sopravvivenza e la disperazione. Non c’è abbastanza da mangiare, niente da investire nell’istruzione e nell’assistenza sanitaria: i Musahar vengono sistematicamente ignorati dai sistemi di protezione sociale che sono disegnati esattamente per categorie vulnerabili come quella cui appartengono.
In particolare il tasso di alfabetizzazione femminile fra i Musahar, è estremamente basso, pari appena al 2%, e raggiunge un picco massimo del 9% quando si considera la comunità nel suo complesso. Meno del 10% dei bambini Musahar studia (mentre un terzo dei bambini dalit in età compresa fra i 5 e i 14 anni frequenta la scuola) e il loro tasso di abbandono scolastico si avvicina al 100%.
Lasciamo qui una testimonianza:
“Quando distribuivano il pasto a scuola per noi dalit c’era una fila separata dagli altri bambini” ricorda, “non vogliamo più essere discriminati. E per farlo sapere a tutti abbiamo organizzato una marcia. Eravamo più di 200 […]. L’ho fatto per me e per Ranu, la mia sorellina di 7 anni, che è piccola ma ha già subito troppe ingiustizie. Abbiamo attraversato 13 villaggi e siamo arrivati fino a Sandhapur, dove i rappresentanti dei “club dei bambini” di 8 villaggi hanno tenuto un comizio. “Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo ottenuto. Insieme possiamo fermare la discriminazione basata sulle caste in India. Insieme possiamo cambiare le cose!”