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Nella settima puntata della sua rubrica, Giulia Lombardi ci racconta che anche nei bambini nasce il sentimento della gelosia. Prova a spiegarcelo mettendosi nei loro panni ed, in seguito, da qualche suggerimento per ristabilire un buon rapporto col bambino.

I bambini e la gelosia

Anche se non lo esternano attraverso le parole, anche i più piccoli provano quel sentimento che accompagna ognuno durante una relazione, una forte amicizia, oppure nei confronti di altre persone che hanno (secondo noi) qualcosa in più che noi non abbiamo. Questo sentimento può nascere nel bambino anche nei confronti della maestra, con la quale per un periodo ha avuto un legame di un certo tipo e da un giorno all’altro l’equilibrio che si era formato viene compromesso dall’arrivo di quel bambino moro, che la cerca sempre e che viene preso in collo più volte di me. Ora la maestra dovrà dedicare il suo tempo anche a lui, quindi avrà meno considerazione di me. Come posso fare per farmi notare?
Ho provato a pensare quello che può passare nella testa del bambino che vede arrivare a metà anno un altro compagni nella sua classe.

Come si manifesta la gelosia?

La gelosia è collegata alla paura, ed in questo caso paura di perdere una figura importante nella vita del bambino, la maestra, con la quale il più delle volte stringe il secondo legame importante con un adulto dopo quello che si sviluppa con i genitori. Il bambino teme di ricevere meno attenzione e un modo che ha per attirarla è fare rumore, creare scompiglio nella classe, in questo modo si farà sicuramente notare. Le prime volte l’educatrice si arrabbia, perché0 “non si tirano le cose in terra, non si danno le spinte, non si corre per la stanza”.

Come possiamo risolvere questa situazione?

Il comportamento “trasgressivo” continua e forse l’educatrice potrebbe cambiare strategia. Sempre ci si deve mettere, a mio parere, dalla parte dei bambini, cercando di osservare e analizzare la situazione dal loro punto di vista. Si potrebbe provare a rendere il bambino più partecipe, farlo sentire importante senza che debba trovare da solo dei modi (il più delle volte che creano confusione nel gruppo) per farsi notare. Non cambierà la situazione dall’oggi al domani, ma la pazienza è una delle caratteristiche che ogni educatore deve avere nel suo repertorio.

Giulia con dei bambini indiani

 

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