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Cattolica o laica?

Molte volte, essendo il nostro ufficio proprio accanto al Santuario di Montenero e il Progetto ideato da monaci vallombrosani, chi ci chiede del nostro lavoro presuppone che siamo un’organizzazione di stampo cattolico. Certamente i centri con cui collaboriamo in India, Angola, Brasile e Honduras sono gestiti da suore di congregazioni cattoliche e il nostro consiglio direttivo è costituito in gran parte da preti; tuttavia, il Faggio Vallombrosano è un’organizzazione di volontariato laica.

Perché per noi è importante parlare della laicità del Progetto?

Sicuramente condividere con la religione cattolica i valori di solidarietà e carità è un motivo per noi di vanto ma quando il Progetto nacque nella mente di Don Rodolfo non era importante che lui e che la gente con cui collaborava indossassero l’abito o meno. Don Rodolfo si è trovato a percorrere, dagli anni ’50 in poi, le strade di un Brasile devastato dalla povertà e criminalità, viali pieni di bambini per i quali la strada era la casa. Cominciò così, di ritorno a Montenero dalle missioni, a chiedere ad amici e conoscenti di racimolare qualcosa, qualsiasi somma, per poter togliere quanti più bambini possibili dalla strada, inserirli in un percorso di studi ed educativo, con la collaborazione di centri gestiti da congregazioni di fiducia. Da allora il Progetto ha acquisito sempre più sostenitori, si è esteso ad altri paesi, ma l’obiettivo è rimasto lo stesso. Certo, il tramite rimane quello delle congregazioni cattoliche, ma l’idea è sempre stata l’istruzione e il sogno l’indipendenza economica di giovani formati. A oggi il sogno continua, si ingrandisce sempre di più, anche grazie a progetti come il PIT.

Per noi è importante definirci laici poiché il grande lavoro svolto dalle suore che gestiscono i centri e il nostro sogno, vanno ben oltre l’essere o meno cattolici. Lo diremo e ripeteremo sempre: le suore restano le eroine del Progetto, non perché evangelizzano, ma perché educano, formano, accompagnano i bambini, tutti i bambini, con una costanza e forza che noi, prima di vederla con i nostri occhi, non avremmo mai potuto immaginare. C’è di più: si occupano di supportare tutte le famiglie e accogliere nei centri e inserire nel Progetto qualsiasi bambino, appartenente a ogni religione, credo e gruppo sociale, purché in necessità di aiuto.

Il caso Loni

Quello di Loni, in India è un esempio estremamente calzante di quanto il sostegno sia veramente rivolto a tutti. Il centro di Loni, gestito dalla Congregazione della Sacra Famiglia, si trova a 20 km circa dalla capitale Nuova Delhi. Il centro è situato nel villaggio di Pavi ed è stato fondato con l’idea di prendersi cura di bambini con disabilità fisiche, spesso lasciati a sé stessi poiché considerati un peso per la società. Il progetto delle suore consiste nell’accogliere nell’ostello e includere nel percorso scolastico i bambini dell’area con più difficoltà economiche e di salute. La bellezza, tuttavia, sta nel fatto che quella di Loni è un’area prevalentemente musulmana ma alle suore, così come alle famiglie assistite, poco importa la differenza di religione: il cuore del loro progetto sta nell’assistenza e istruzione. 

     

Ci raccontava suor Chaitanya, responsabile del Progetto a Loni, che la maggior parte delle famiglie dell’area è musulmana e spesso questo comporta lo scontro con alcune delle tradizioni e con il fatto che molti genitori, soprattutto di bambine, vorrebbero che le loro figlie terminassero gli studi quanto prima (e in molti casi neanche lasciano che li comincino) dando la priorità al matrimonio. Le suore, però, sono molto vicine alle famiglie, cercando di far comprendere loro quanto sia importante per le bambine e ragazze formarsi e conseguire un titolo di studi che possa renderle indipendenti, prima di pensare a creare una nuova famiglia. Molte delle famiglie dei sostenuti poi, dal loro canto, vedono le suore non come delle messaggere cattoliche, ma come delle consigliere, delle colonne che supportano e accompagnano i loro figli nello sviluppo. Un motivo di orgoglio è stato per noi Kanchan, una ragazzina il cui sostegno è stato attivato nel 2015, quando stava per cominciare la quinta elementare, e che ha completato la dodicesima classe nel maggio 2022, anno in cui ha espresso il desiderio di svolgere un corso professionalizzante di computer e partecipare al nostro Progetto Istruzione Terziaria. La madre della ragazza era estremamente contraria e premeva affinché si sposasse e lasciasse il centro. È stata però la forza di suor Chaitanya a cambiare le cose: la madre della ragazzina ha accettato la sua decisione e, grazie al supporto dei sostenitori che hanno voluto continuare a donare, Kanchan ha svolto il corso di computer. Questi tipi di corsi tecnici, inoltre, sono molto utili in India, dove un lavoro amministrativo nell’ambito pubblico è pagato dignitosamente e rappresenta un’aspirazione per il futuro di molte giovani.

Le differenze

In fin dei conti questo articolo vuole essere un chiarimento sul fatto che le differenze, siano esse di religione o appartenenza a diversi gruppi sociali, non contano ai fini dell’inserimento dei bambini nel Progetto. Le uniche differenze che contano sono quelle che fanno i sostenitori, o che potreste fare voi, donando al nostro Progetto e alle nostre Raccolte Fondi, anche sporadicamente o una tantum, utilizzando per esempio lo strumento Amico del Faggio.

Scritto da: Luisa

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