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L’Angola, in piena espansione, dopo la fine della guerra civile nel 2002, attrae i cittadini delle nazioni vicine, ma anche i angola immigrazionecittadini dei paesi dell’Africa Occidentale. Le autorità angolane mettono regolarmente in atto ferree operazioni di lotta contro l’immigrazione in particolare lungo la frontiera nord orientale che delimita i confini con la Repubblica Democratica del Congo.

Nove organizzazioni africane e la Federazione  Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) hanno denunciato il destino di questi migliaia di immigrati dell’Africa Occidentale in Angola. “Sono trattenuti e trattati in modo crudele, inumano, umiliante e degradante”, questo è ciò che si legge nella denuncia della FIDH e continua “… Li hanno stipati in piccole celle senza cibo né acqua”.

La nuova operazione di lotta contro l’immigrazione clandestina,  intrapresa dalle autorità angolane, è simile ad una vera e propria caccia ai migranti. Negli ultimi dieci giorni, 3.000 persone sono state arrestate  per le strade di Luanda, oppure prelevati dalle loro case o dai loro posti di lavoro e poi trasferiti al centro di detenzione di Trinita.

Gli arresti, dice il rapporto della FIDH, sono ispirati da profondi sentimenti di discriminazione etnica e religiosa; è evidente dal fatto che sono stati presi di mira cittadini per lo più musulmani.

Le nove organizzazioni chiedono alle autorità angolane di porre immediatamente fine alla pratica di arresti, incoraggiano inoltre i paesi di origine dei migranti, oltre che l’Unione Africana, a reagire.

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