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Nanè

BIOGRAFIA AUTORE: Mi chiamo Monica Giusto, sono nata a Savona il 4/06/1968; sono infermiera ed amo molto il mio lavoro. Adoro viaggiare e i bambini: i loro occhi sono così loquaci. Mi piacciono le favole, i miti e le leggende. Questo racconto è intriso della mia più sfrenata fantasia, le mie emozioni più intime, i miei affetti più cari e i miei ricordi. Mi piace sapere che questa pubblicazione aiuterà a far conoscere l’Associazione Faggio Vallombrosano Onlus, costituita da persone in gamba che aiutano i bambini in difficoltà.

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Eccomi qui in Brasile dove tutto è extra lusso od extra povero. Dove le emozioni sono pulsanti ed intense e dove le credenze sono culture radicate nel passato.

Nelle discendenze degli schiavi africani, e nei loro cuori palpita il ruggito del leone.

Penso al leone e mi viene in mente Lele, mio nipote, che era fissato per il cartone animato del re Leone. Bene incomincio con le mie strambe associazioni e con la mia fervida immaginazione chissà.

Girovago per le strade e assaporo suoni ed odori tra le voci concitate.

Spesso sento nominare Nane’.

“Ma chi è mai questa Nane’?”

Sempre più curiosa mi accorgo che è nominata solo dai bambini, mah sarà un gioco, una favola un nomignolo…

Che curiosità! Tutto ciò mi scatena la fantasia.

Si lo so, quando inizio così alla faccia dei voli pindarici. Forse è meglio stare con i piedi per terra!

Dopo cena decido di fare una passeggiata.

E’ una bella notte, la luna non c’è e le stelle sembrano così luminose e pulsanti. Cammino lungo una strada che costeggia il mare, vedo una scalinata che porta alla spiaggia, scendo qualche gradino e mi siedo.

Ascolto le voci della natura, ma il rifrangere delle onde è così musicale che sembra una cantilena.

Mi faccio coccolare dal suono delle onde. Sono immersa in un limbo senza tempo e ad un certo punto vengo distratta da un bambina che viene sorridendo verso di me.

Strano mi ricorda qualcuno….

Mi regala un fiore stupendo. Lo guardo stupita, non ne ho mai visto uno così.

Direi che è una splendida orchidea con “nuance” azzurre ed io adoro l’azzurro. Più guardo il fiore più sembra che arrivi da un altro mondo; cerco di dare qualche soldino alla bimba e lei rifiuta.

Si siede vicino a me e dice: “ti racconto una storia vuoi?”, faccio cenno di si , ed aspetto.

Lei inizia:

“C’è una vecchina, che abita in una casina nella giungla”.

Accidenti penso, mi ricorda la filastrocca che adorava mia nipote da piccina e che faceva: “C’è una vecchina piccina picciò, che viveva in una casina piccina picciò’…….” .

Quante volte l’ho ripetuta…

Ma devo confessare che anche a me piaceva e mi piace ancora.

Mi sono distratta, ma la bimba vedendomi assorta si è fermata per aspettare di avere la mia attenzione.

Ok sto attenta ma continuo ad avere la sensazione di conoscerla, o meglio ha le mie stesse sfumature caratteriali, andiamo bene.

Le chiedo perché mai una vecchina vive nella giungla e lei mi risponde perché raccoglie le liane per fare corde, cesti e cappelli per rivenderli; così aiuta se stessa e chi ne ha bisogno.

Il discorso non fa una piega, ma esterrefatta mi chiedo come fa una vecchina raccogliere le liane???

Ma lei non risponde e ricomincia “c’è una vecchina che abita in una casina in riva al mare”, come dico io non era nella giungla?

La bimba mi risponde ridendo.

Lo era, ma ora è in riva al mare, le piace il suono delle onde.

Ed ha ragione io adoro la musica del mare, forse nella vita passata ero un polpo.

Lei mi chiede: “un polpo?”

Ho pensato a voce alta….

Le rispondo che i polpi mi sono simpatici, quando si muovono sembra che danzino e quando si arrabbiano sputano inchiostro, sai che divertente sputarlo a chi ti è antipatico?

E poi sono buoni bolliti con le patate.

Mi accorgo che la bimba mi guarda e ride.

Mi dice “hai finito di distrarti?”

Le dico: “che vuoi ho qualche anno più di te e tanti ricordi che si abbinano al tuo racconto.“

Ecco ora mi sta prendendo in giro ed io sono permalosissima e questo mi infastidisce non poco.

Comunque che fa in riva al mare la vecchina?

Lei mi risponde raccoglie molluschi per fare ottime zuppe per se e per chi va a trovarla, e con le conchiglie fa dei monili per venderli; ovvio per aiutare se stessa e chi ne ha bisogno.

Questa vecchina mi sta simpatica, è un’eroina o ha solo un grande cuore.

Sai lei aiuta tutti i bimbi che può, per farli crescere sani e istruiti.

“In gamba sta vecchina” penso assorta.

La bimba mi guarda, fa una linguaccia e ricomincia…

“C’è una vecchina, che abita in una casina in riva al Rio delle Amazzoni”

Chiedo ”perché si è spostata lì?”

Perché a Nane’ piace vedere l’acqua del fiume scorrere pigramente e poi le piace andare in canoa.

Pesca pesci per farli cuocere e sfamare se stessa e chi va a trovarla; con i sassi di fiume fa delle composizioni che vende.

Indovina per chi? Per se e per chi ne ha bisogno.

Io sono stupita.

Nane’?????

Canoa???

Una vecchina in canoa??????

Se penso di salire su una canoa sono già capovolta .

“Uff…” fa la bimba “Che c’è che non va in te? Ti distrai troppo”

“Ops! chiedo scusa” rispondo io “ma saranno le stelle sono così luminose.”

“Eh si” risponde lei, “adesso Nane’ va a trovare il piccolo Principe.”

Ora io stupita sorrido pensando a Cice, mia nipote, perché il piccolo Principe le era antipatico, e non riusciva a capire che ci facesse un bimbo tutto solo in un piccolo pianeta.

A me piace tanto la storia e ho persino costretto mio marito ad andare al cinema a vedere il cartone animato.

“Accidenti!” penso io, e vedo la bimba alquanto irritata, “ora mi picchia…”

Lei, come leggendomi nel pensiero, risponde “no tranquilla al massimo sputo” ed io rido perché è una risposta che do spesso, mi somiglia troppo mah!

Che strano.

Mi sorride e ricomincia “C’era una vecchina, che aveva una casina in una radura dove coltivava un’orto ed allevava galline”

Penso e mi ritorna in mente il ritornello “la vecchina piccina picciò’ aveva una gallina piccina picciò’.“

Mi accorgo che la bimba mi scruta e mi dice “sei proprio fissata con questa filastrocca”, che dire… mi è rimasta impressa e sorrido.

Mi accorgo che ci hanno raggiunto due bimbi un maschio ed una femmina si presentano come fratello e sorella e si chiamano Juan Carlos e Maria Sol… che bei nomi.

Si siedono vicino e la bimba ricomincia: “C’era una vecchina che aveva una casina nelle favelas”

Questa volta mi rattristo e chiedo “perché lì?”

“Non essere triste” mi fa lei.

“Nane’ va spesso lì perché aiuta i bimbi in difficoltà con un pasto caldo, una carezza, un rammendo o una coccola sai a volte una carezza scalda il cuore più di tante altre cose.”

Eh come hai ragione bimba bella.

“Sai, Nane’ aiuta ad insegnare a leggere a scrivere e a colorare…” ed io incomincio a navigare nei miei ricordi.

Mi viene in mente Antonio, il mio bimbo adottato a distanza, che quando imparò a scrivere mi mandò una lettera scritta di suo pugno con i suoi ringraziamenti dove mi diceva:” grazie a te vado a scuola e lì ci sono tanti libri”.

Ma quello che mi stupì fu il suo disegno che rappresentava il suo paese in bianco e nero ma la scuola era colorata.

Mi scende una lacrima e la bimba me la asciuga con una carezza.

Questa volta a parlare sono gli altri bimbi. Mi dicono “noi dobbiamo ringraziare Nane’. Stiamo andando a scuola ed un giorno io sarò dottore ed aiuterò i bimbi malati mentre mia sorella diventerà ostetrica per far nascere i bimbi sani e belli.”

“Bravi” rispondo io, “sono convita che sarete ottimi nel vostro lavoro.”

Mi chiedono “e tu che lavoro fai?”

“Sono infermiera ed amo molto il mio lavoro.”

“Hai sempre saputo di voler essere infermiera?” mi chiede Maria Sol.

E io rispondo “praticamente si, avevo cinque anni quando ho deciso ed non ho mai cambiato idea, tanto meno rimpianto di averlo fatto.”

“E se cambiassimo idea durante i percorso di studio?” mi chiedono…

“Non è importante purchè scegliate sempre ciò che vi dice il vostro cuore. Non dubitate mai delle vostre capacità.”

Mi sorridono, mi abbracciano e se ne vanno felici.

La bimba mi guarda pensierosa e mi domanda: “non hai ancora capito?”

Io la guardo e le chiedo “cosa?”

Mi risponde sconsolata “che testa dura che sei… Nane’ non è una ma tutte quelle persone che si impegnano ad aiutare i bimbi in difficoltà e li aiutano a crearsi un futuro migliore.”

Io penso a ciò che ha detto e si incomincio a capire. Già, tutto è logico, anche se l’idea di una vecchina “supersonica” era forte.

La bimba è furiosa e ora mi picchia sul serio.

Poi con un sorriso smagliante mi dice “non posso picchiare me stessa ma vedo con piacere che non cambierò.”

“Scusa?” le chiedo io.

“Semplice. Nane’ è anche magia ed io sono la proiezione del tuo lato infantile e mi piace tanto che non ti sei mai dimenticata di me.”

“Ricorda che grazie a questo sei stata Nane’ per il tuo Antonio e sono convinta che lo sarai ancora… anche se ti distrai molto, hai un grande cuore.”

Che dire se non una frase retorica: ogni cosa accade per una ragione……

Mi abbraccia dicendo “devo andare, forse ci rivedremo. Chissà magari in India” e mi strizza un’ occhio.

Che serata magica!

Forse è meglio andare a dormire o forse sto già dormendo????